SKIN PROJECT
SILVIA ALESSI – BìFOTO FEST
SpazioRaw in collaborazione con il Bìfoto Festival della Fotografia in Sardegna, propone il lavoro di Silvia Alessi, realizzato in India nel 2017.
La mostra viene presentata a Milano e inserita in programma all’edizione 2019 del Festival di Fotografia in Sardegna.
Inaugurazione
26 aprile 2019 h19
in mostra fino al 16 maggio 2019
mostra in calendario al Photofestival 2019 di Milano
Orari:
lunedì-venerdì 15.00-19.30
sabato su appuntamento

Skin Project è il racconto per immagini della pelle in India, realizzato nel 2017 a Delhi, Agra, Bhopal e Mumbai. Il progetto nasce quando casualmente ci imbattiamo – su Instagram – nella foto di una ragazzina albina, di nome Namira, in un treno suburbano di Mumbai. Si tratta di un bellissimo angelo ritratto da una fotografa indiana che è solita postare foto di persone incontrate sui treni. Ce ne innamoriamo perdutamente, e cerchiamo di avere maggiori notizie di lei. Non riusciamo però a contattare l’autrice dello scatto. Senza ulteriori informazioni, l’impresa di cercare una persona di cui conosciamo solo il nome in una città da 21 milioni di abitanti, potrebbe scoraggiare chiunque, ma non ci perdiamo d’animo. Di lei sappiamo che riesce a vedere solo di notte; come tutti gli albini infatti ha problemi di vista. Da qui ha dunque inizio il progetto, che nasce come una sorta di “Alla ricerca di Namira”, e si sviluppa presto in altre ramificazioni. Gli albini possiedono un grande fascino visivo, una bellezza particolare, però in molti paesi sono emarginati, vittime di pregiudizi e di scherno, a causa della loro pelle, e non sono facili da avvicinare. Sono timidi e diffidenti, le donne sono tormentate dalla paura di non riuscire a sposarsi. Questo destino di emarginazione colpisce anche le donne vittime di una forma di violenza particolarmente odiosa, molto diffusa nella subcultura indiana: l’attacco con l’acido. Spesso per motivi futili, le donne vengono in questo modo punite da persone conosciute (quasi mai da sconosciuti): sfregiate per sempre, quasi uccise, e reiette dalla società. La loro pelle viene sciolta, e se non si interviene in tempo, arrivano a perdere la vista e l’udito. Qualche passo in avanti è stato fatto negli anni per cercare di arginare il fenomeno, ma ancora rimane diffuso, a causa della facilità con cui si reperiscono negli empori gli acidi, della sensazione di impunità da parte dei carnefici, e della condizione di sostanziale inferiorità della donna. Ora, diverse donne che hanno subito l’attacco e che ne porteranno per sempre i segni sulla pelle vogliono alzare la voce e farsi sentire. Sono le cosiddette combattenti, testimoni che parlano e si mostrano al pubblico girando il paese per raccontare la loro storia. Non vogliono essere chiamate vittime, piuttosto sopravvissute. Ne abbiamo conosciuto tante, grazie ai social media. In particolare ci siamo imbattuti in un’impresa meritoria ad Agra, la città del Taj Mahal, dove è sorto un caffè (lo Sheroes Hangout) gestito interamente da ragazze che hanno subìto questa violenza.
BìFOTO FESTIVAL DELLA FOTOGRAFIA IN SARDEGNA
Il BìFoto, Festival Internazionale della Fotografia in Sardegna nasce nel 2011 da un’idea di Stefano Pia e Vittorio Cannas, in collaborazione con i volontari dell’Associazione Culturale BìFoto che, ogni anno, lavorano ad un unico obiettivo: promuovere la cultura fotografica in Sardegna.

SILVIA ALESSI
Silvia Alessi ha 43 anni, vive tra Bergamo e Verona e ha cominciato a interessarsi di fotografia di reportage attraverso i viaggi che ha compiuto in gran parte dell’Asia a partire dal 2004, insieme a Roberto Tomelleri, suo compagno di viaggio. Le esperienze che la hanno segnata di più sono state quelle in Arunachal Pradesh (India), in West Papua (Indonesia) e nel Pamir (Afghanistan).
Parallelamente alla passione per i viaggi ha sviluppato anche l’interesse per una fotografia non puramente artistica e non puramente di reportage, che avesse la capacità di raccontare delle storie attraverso scatti creativi e contrasti visuali. Si tratta di una continua ricerca, che le ha dischiuso un universo. Infatti il suo modo di viaggiare è cambiato. Prima di partire passa moltissimo tempo a studiare questioni sociali e storie degne di essere raccontate in giro per il mondo.
Ha conosciuto tantissime persone ed esperienze uniche, che ha disvelato nei suoi primi veri e propri progetti fotografici: Skin Project, realizzato in India nel 2017 (ha ritratto alcune donne colpite dall’acido con una ragazza albina) Beyond The Line, realizzato in Iraq nel 2018 (ha ritratto in una caserma un ragazzo omosessuale con una squadra di soldatesse peshmerga) Oltre a questi, ha realizzato altri progetti sulle donne Yazidi dell’Iraq, sui lottatori di Kushti (antica lotta indiana), sui bambini vittime del secondo avvelenamento di Bhopal (India).
Ha avuto i seguenti riconoscimenti:
2017 – IPA Los Angeles – honorable
mention
2018 – IPA one shot Los Angeles –
honourable mention
2018 – Vite in Viaggio Verona – Premio speciale Touring Club Italiano 2018 – PX3 Paris – gold Press/Travel/Tourism
2018 – PX3 Paris – silver Portraiture
2018 – PX3 Paris – bronze Press
2018 – IPA Los Angeles – 4 honorable
mentions
2018 – AAP San Francisco – Particular
Merit Mention
2018 – MIFA Moscow – gold People/Family
2018 – MIFA Moscow – silver People
2018 – SIPA Siena – remarkable artwork
2018 – TIFA Tokyo – silver People/Family Alcuni suoi lavori sono stati stampati su riviste come Creative Image (India), Vredes Magazine (Netherlands), Fit For Fun (Deutschland).
Inaugurazione: 18 maggio 2019 h19.00

Inaugurazione
18 maggio 2019 h19
in mostra fino al 7 giugno 2019
orari:
lunedì-sabato 15.00-19.30
Mostra in calendario al Photofestival 2019 di Milano
LA PRESUNZIONE DELLO SGUARDO
UMBERTO VERDOLIVA
Luigi Ghirri ci ricorda che il non vedere nitidamente crea una incertezza e distrugge ogni presunzione dello sguardo. Un vetro, una superficie opaca trasparente, un velo, le ombre chiuse, offrono anche la possibilità di non vedere, ed è grazie a questo diaframma che l’occhio può ritrovare quella veggenza negata dall’eccesso di visibilità. Uno schermo trasparente che separa creando dubbi così come i volti nascosti nella oscurità delle ombre, possono restituire senso alle immagini con il vantaggio di alludere ed illudere lasciando immaginare. Le fotografie esposte portano con sé tale ricerca. L’intento è quello di far soffermare l’osservatore sul mistero e sul fascino ambiguo che le immagini trasmettono già al primo sguardo, suggerendo, attraverso una stratificazione visuale, una sorte di incanto.
UMBERTO VERDOLIVA
Umberto Verdoliva è nato a Castellammare di Stabia (Napoli) nel 1961 e vive dal 2004 a Treviso. Da subito la fotografia di strada è diventata il suo principale campo di ricerca ed attività.
Nel 2010 entra a far parte del collettivo internazionale “ViVo” che lascia nel 2017. Nel 2013 fonda “SPONTANEA” collettivo italiano dedicato alla street photography nelle sue più ampie declinazioni.
Affronta la street photography con creatività e costanza, presentandola spesso in serie o in progetti tematici, un occhio attento e sensibile attirato dalla umanità e dalla poesia del quotidiano.
Città mentale, Prigioniero della privacy, What is a dream? Behind a glass, Just Like You, sono le serie più rappresentative del suo lavoro fotografico. Tra i principali riconoscimenti conseguiti, si segnala: finalista al Sony World International Photography 2009; vincitore del premio portfolio città di Fabriano nel 2010; finalista della 10°edizione del premio CIFA 2013 “Crediamo ai tuoi occhi”; finalista al FOFU photo challenge 2011 e 2013; finalista e premio del pubblico al Miami street photography festival 2014; finalista al streetfoto San Francisco contest 2016; ancora finalista al Miami street photography festival 2016; finalista al FAPA Fine Art Photography Awards nel 2016 e finalista con il libro “An Ordinary Day” all’Indian Photo festival 2017.
Espone nel 2013 al palazzo degli Scalzi a Sassoferrato (An) nell’ambito del Face Photo News e nel Febbraio 2016 ad Abano Terme, Villa Roberto Bassi Rathgeb, con la mostra “An ordinary day” curata dal gruppo Mignon di Padova che ne realizza anche il suo primo libro fotografico. Espone d’autore invitato al Trevignano Fotografia 2016 e alla settima edizione del BI Foto Fest di Mogoro in Sardegna nel 2017.
Nel 2015 è uno dei dieci autori del progetto “VIA” commissionato dal Goethe Institute. Il lavoro, sviluppato in un anno, è stato esposto al museo di Trastevere a Roma nel gennaio 2016 e fa parte di una mostra itinerante che collega, attraverso la fotografia di strada, città italiane e tedesche.
Ha curato nel 2013 la mostra collettiva “Non in posa” presso il cassero medievale di Prato e nel settembre 2016 la mostra collettiva 100 Attimi-Fotografia di strada presso il museo casa dei Carraresi a Treviso presentando per la prima volta il meglio della fotografia di strada italiana contemporanea.
Cura laboratori, corsi, mostre e letture di portfolio, presentazioni, scrive articoli ed approfondimenti sulla street photography, le sue fotografie sono state pubblicate sulle principali riviste di fotografia italiane e internazionali.
Dal Dicembre 2016 collabora con il dipartimento social della FIAF e con la rivista FOTO IT e nel 2017 ha ricevuto dalla FIAF il titolo di AFI-Artista Fotografo Italiano.
Web site: www.umbertoverdoliva.it