Essere presente, così si fa la storia!

Personale di Francesco Russo

a cura di Valentina Cavera

Mostra d'arte a Spazio Raw, personale di Francesco Russo

Inaugurazione
giovedì 10 dicembre 2015 h19

In mostra
dal 11 dicembre 2015 al 21 gennaio 2016
lun-ven 15.00-19.30
sab su appuntamento

Ingresso libero

 

Essere nel presente, così si fa la storia

Allo Spazio Raw, Francesco Russo (Caltagirone, ‘46,) espone, in una trentina di opere, tre cicli pittorici sull’identità che simboleggiano il completamento del suo percorso artistico: “Chi siamo, da dove veniamo e dove stiamo andando”. Dopo varie esperienze attuate tra l’India, Milano, New York, Francia e Puglia, dove oggi abita e lavora, si sviluppa il suo stile. La prima serie si manifesta sia con astratti che con ritratti, oli su tela realizzati con tecnica mista, con l’aggiunta di pigmenti fluorescenti. La musicalità, la ritmicità e l’armonia, data dal colore e dalle forme dei geometrici rende le opere gioiose, «Terapeutiche, in grado di ricollegare l’osservatore al vero senso della vita, al gioco della vita, dell’esistenza, – spiega Francesco Russo – la vera natura dell’essere». Gli astratti rispondono inoltre all’interrogativo “Da dove veniamo”: ricordando nel senso estetico i Mandala, letteralmente un “cerchio di inni”, raggiungono il centro più intimo, profondo dell’uomo. Per quanto riguarda i ritratti, l’artista dipinge, con linee minimaliste, personaggi comuni oltre che noti, come cantanti, scienziati o personalità storiche. L’importante è dare importanza al divenire, cogliendo gli individui nelle differanti fasi della vita, ovvero la giovinezza, la maturità, la vecchiaia. L’ultima serie si concretizza in composizioni organiche elaborate sempre con tecnica mista: foglie vegetali, conchiglie marine, specchi, ossa, crani umani o di animali, per esempio di coccodrillo, coniglio o di capra. Dal fascino scespiriano, amletico, l’osservatore riflettendosi nello specchio scorgerà oltre alla propria immagine, rappresentante l’essere, anche il non essere… questo per guardarsi nella propria completezza. Geometriche, partendo anch’esse da un centro,” l’io sono”, presentano “la fine ultima”, il “Cibo dell’universo”.

                                                                                                                     Valentina Cavera